In Piemonte regnava il Duca Carlo Emanuele I di Savoia che dal padre Emanuele Filiberto aveva ereditato numerosi problemi: in particolare quello di non soccombere alle pressioni dì invasione della Francia a ovest e della Spagna a est. Dagli spagnoli sì difese sposando l'Infanta Caterina, figlia del re di Spagna.
Contro la Francia combatté prima a Saluzzo, poi in Provenza e quindi ancora in Piemonte e la guerra si concluse nel 1601con la conquista, da parte del Duca, del marchesato di Saluzzo e la perdita di alcuni territori d'Oltralpe.
Fu un periodo dì carestia, distruzioni a cui si aggiunse il flagello della peste che, da sempre, accompagnava le guerre e Grugliasco, come tutta la Bassa Val Susa, non scampò al contagio. I monatti passavano per le strade e nelle case caricando i morti sui loro carretti per trasportarli fuori delle mura.
Non si conoscevano rimedi se non l'affidarsi al Santo Difensore della peste: San Rocco e non appena si iniziarono le celebrazioni delle Messe in suo onore il morbo cessò. Si può immaginare la gioia dei sopravvissuti ed in segno di gratitudine fu eretta una Cappella che, ampliata e modificata, esiste tutt'ora in Viale Gramsci.
L'Associazione Cojtà Grugliascheisa per ricordare quella gioia e riportarla ai nostri giorni, dal 1984 ha immaginato una gara fra i monatti ed i loro carretti, purificati e abbelliti da una grande gru, simbolo della Città, che sono diventati parte del gioco.
Il Palio consiste nella corsa di sette carri, che rappresentano altrettanti "cantoni" nei quali è suddivisa la Città. I carri sono trainati da quattro monatti e dopo cinque giri di corsa, il vincitore si aggiudica lo Stendardo dei Palio, il Palietto (quadro realizzato da un pittore locale) e l'abbondanza contadina: vino, formaggi, salumi e pane per festeggiare nel borgo.
I festeggiamenti per il Palio comprendono la processione notturna di invocazione a San Rocco e il Concerto per il Palio.
II banditore - accompagnato dai tamburini - annuncia in ogni borgo la disposizione regia in seguito alla revoca della quarantena per il cessato flagello della contagione. Si aprono le "piole". Oltre al momento conviviale il ritrovo nelle trattorie è la premessa di strategia e di incitamento per la vittoria del proprio borgo.
Il Borgo Antico
II vecchio centro storico, si trasforma fin dall'alba nel vecchio borgo: ferve il lavoro dei vecchi mestieri, delle vecchie botteghe e gli artigiani e i commercianti, in costume d'epoca, espongono i loro prodotti sotto l'occhio vigile delle Milizie paesane.
1984 |
Centro Ressia |
1992 |
Santa Maria |
2000 |
San Francesco |
2008 |
San Francesco |
1985 |
Centro Ressia |
1993 |
San Giacomo |
2001 |
Centro Ressia |
2009 |
Borgo Gerbido |
1986 |
Santa Maria |
1994 |
Paradiso Quaglia |
2002 |
Centro Ressia |
2010 |
San Francesco |
1987 |
Centro Ressia |
1995 |
San Giacomo |
2003 |
Santa Maria |
2011 |
Non disputato |
1988 |
Centro Ressia |
1996 |
Santa Maria |
2004 |
Borgata Lesna | ||
1989 |
San Francesco |
1997 |
Centro Ressia |
2005 |
Borgata Lesna | ||
1990 |
San Francesco |
1998 |
San Giacomo |
2006 |
San Francesco | ||
1991 |
Santa Maria |
1999 |
Centro Ressia |
2007 |
Borgata Lesna |
Centro Ressia 8
San Francesco 6
Santa Maria 5
San Giacomo 3
Borgata Lesna 3
Borgata Gerbido 1
Borgata Quaglia 1
A ovest di Torino si estende su un vasto pianoro la Città di Grugllasco dalle lontane origini. I primi abitanti ad insediarsi sulle nostre terre furono I Liguri, poi seguiti datfe invasioni dei Galli e dei Romani. Attorno all'anno 850 Regimiro, Vescovo di Torino, assegna in dotazione al Capitolo Metropolitano, insieme con altre cinquanta terre, la "curtis" di Grugliasco, la Chiesa di San Cassianò e la decima sulla villa dì Grugliasco.
Nel 1047 Enrico III esenta il Capitolo Metropolitano e assegna i beni (Grugliasco compresa) alia Giurisdizione ecclesiastica dell'Abbazia dì San Solutore.
Nel 1280 il trattato di pace fra Tommaso III di Savoia e Guglielmo VIII di Monferrato provoca la cessione delia Villa di Grugliasco, insieme a Torino e Collegno, ai Conti di Savoia.
Nel 1359 dai documenti risulta che Grugliasco aveva circa 400 abitanti e nel 1410 i cittadini ottengono il diritto di costruire le mura per difendersi dalle Compagnie di Ventura; probabilmente a quell'epoca risale anche la costruzione della Torre al centro del Borgo con la funzione dì vedetta. Nel 1416 viene costruita la "bealera" ma è ancora vietato avere i mulini che saranno costruiti solo vent'anni dopo. Il 1500 è un secolo triste: carestie, occupazione francese, abbattimento delle mura da parte di Torino e infine la peste, da cui sì scampò per intercessione dì San Rocco e a quel periodo trae ispirazione e origine il nostro Palio della Gru.
Nel 1619 Carlo Emanuele I, duca di Savoia, eleva Grugliasco a rango di Contea di Torino; è un periodo di grande sviluppo: vengono costruite ville bellissime, residenze estive e non solo, della nobiltà torinese. Verso la fine del 1600 Grugliasco è devastata dai francesi in guerra contro Vittorio Amedeo II dì Savoia.
Nel marzo 1713 viene inaugurata la Strada reale dì Rivoli (attuale Corso Francia). Nel 1722 Antonio Cotta fonda il primo filatoio della seta che occupa 150 lavoratori e alla fine del 1700 sono ben cinque i filatoi e circa 500 gli operai.
Nel 1842 a Grugliasco si insediano i Fratelli delle Scuole Cristiane di San Giovanni Battista de La Salle e a fine secolo si apre la Manifattura Piemontese delle Spazzole e poi la Fabbrichetta per la lavorazione della juta.
Nel 1905 si inaugura l'Ospedale (attuale sede dei Cottolengo). Nel 1914 nasce e muore la Società Cinematografica Photo Drama Co. con teatri di posa nelle Serre di Via Lanza. Poi è storia d'oggi: le guerre, i 66 martiri, la ricostruzione, gli insediamenti industriali, le immigrazioni prima dal Veneto poi dal Sud e nuove case, nuove scuole, nuovi grugliaschesi: dal 1951 al 1964 Grugliasco passa da 6945 abitanti a 20.001 che diventano 28.900 nel 1967, 30 mila nel 1973, a circa 40 mila nel 1990. Il 2 marzo 1984 il Presidente della Repubblica Sandro Pertìni conferisce a Grugliasco il titolo di Città.
(Testo e foto per gentile concessione di Germana Gariglio - Cojtà Grugliascheisa)
Senza il loro impegno il Palio non potrebbe esserci...
Per far rivivere al pubblico l'atmosfera del passato...
Con le bandiere e i tamburi richiamano e allietano il pubblico...
Da strumento di dolore, a strumento di festa...